E’ di questi giorni la notizia che il Kuwait, per il tramite dell’ambasciatore in Italia Sheikh Alì Khalid Al-Jabar Al-Sabah, ha donato alla città di Norcia un milione di euro da destinare all’acquisto di attrezzature tecnologiche per l’ospedale.

Prima di scendere nel merito della vicenda, ci sia consentita una breve divagazione geo-politica. Non più tardi di un mese fa mass media e quotidiani d’informazione ci hanno ampiamente tediato circa l’opportunità di disputare la finale della supercoppa italiana di calcio in Arabia Saudita poiché ritenuto uno stato che calpesta i diritti umani e la libertà personale delle donne, ragion per cui la Lega Calcio e le Istituzioni tutte avrebbero dovuto opporsi a tale iniziativa in quanto non in linea con le logiche e la politica Italiana.

Ebbene, ci preme ricordare come il Kuwait sia una monarchia costituzionale e che fino a una decina di anni fa vi avevano il diritto di voto solo i maschi adulti, cittadini da almeno 30 anni e non membri delle forze armate, per un totale del 5% della popolazione residente. Come non bastasse nel rapporto annuale di Amnisty International 2017/2018 si evidenzia come “le autorità hanno continuato a imporre indebite restrizioni alla libertà d’espressione, perseguendo penalmente e incarcerando persone critiche nei confronti del governo e mettendo al bando determinate pubblicazioni” ed ancora “tribunali hanno emesso nuove condanne a morte e, dopo un’interruzione di quattro anni, sono riprese le esecuzioni“. Uno studio del Washington Institute datato novembre 2015 affermava invece che “sono centinaia di milioni i dollari versati da facoltosi uomini d’affari del Kuwait a favore di al-Nusra e l’Isis” mentre l’ex sottosegretario per il terrorismo Usa David Coheh ha definito il Kuwait come “l’epicentro del finanziamento dei gruppi terroristi in Siria“.

Fatta questa doverosa precisazione, vorremmo capire alcune cose: in primis, come mai uno stato storicamente attento all’utilizzo dei propri petrol-dollari cosi come allo sfruttamento della mano d’opera all’interno dei propri confini, dovrebbe “regalarci” un milione di euro? E’ più facile pensare, visto quanto accaduto dal Governo Letta in avanti, che si tratti piuttosto di un investimento i cui reali interessi verranno svelati nel prossimo futuro.

In secondo luogo vorremmo comprendere a quale titolo il coinvolgimento di Protezione Civile e Regione Umbria dato che l’oggetto della donazione resterebbe comunque il nosocomio nursino? Forse a questo potremmo dare risposta una volta letta la convenzione che disciplina l’erogazione del danaro, anche se in ultimo non capiamo perché vengano donati soldi per l’acquisto di macchinari quando ad oggi l’ospedale cosi com’era strutturato non c’è più ed i tempi per l’eventuale ricostruzione sarebbero lunghissimi, per stessa ammissione dei massimi dirigenti ASL?

Visti i precedenti magari l’Emiro avrà preferito non consegnare solamente al sindaco l’assegno temendo che venisse sequestrato o peggio ancora sperperato in iniziative di dubbia utilità vedi il Centro Boeri, Casa Ancarano, i fondi degli SMS solidali o la questione inerente la tesoreria comunale (leggere precedenti post Fenomeno, Ci risiamo, La banda degli onesti, Se questo è un sindaco).

Come sempre resteremo vigili su una questione, l’ennesima, che getta più di un ombra sulla città e la sua ricostruzione.

Nuova Norcia
“Libertà è partecipazione”