Il plurinquisito ha voluto ancora una volta stupirci con la redazione di alcuni avvisi pubblici inerenti l’obbligo, per i proprietari di immobili danneggiati dal sisma, a costituirsi in consorzi per l’esecuzione degli interventi strutturali.

Il sindaco scrive testualmente che in base a quanto stabilito dal Decreto Legge n. 189 del 17 ottobre 2016 (articolo 11 comma 9) “i proprietari dovranno comunicare l’avvenuta costituzione in consorzio, per una quota pari almeno al 51% della superfice complessiva, entro trenta giorni dalla data dell’avviso. In caso di mancato raggiungimento di tale percentuale minima, il Comune si sostituirà ai proprietari previa occupazione temporanea delle aree e con la possibilità di rivalersi sempre sui proprietari per i lavori eseguiti e non coperti da contiributo“.

Ebbene, tra i vari riferimenti normativi citati dal primo cittadino, non figura l’articolo 15 dell’Ordinanza Commissariale n. 19 del 17 aprile 2017. Esso sabilisce che in presenza di un aggregato edilizio composto da edifici inagibili può procedersi a intervento unitario di ripristino con miglioramento sismico, previa presentazione di unica domanda di contributo e con l’affidamento dei lavori ad un’unica impresa, selezionata tra almeno tre ditte, che abbia presentato la migliore offerta.

Ci permettiamo di chiarire il significato del termine aggregato edilizio, ovvero “l’insieme di almeno tre edifici strutturalmente interconnessi tra loro con collegamenti anche parzialmente efficaci che possono interagire sotto un’azione sismica“.

Ora se l’italiano non è un’opinione e se non abbiamo compreso male, i proprietari POSSONO costituirsi in consorzi e NON DEVONO.

Ma allora, perché l’Ente ha inteso sancire un obbligo laddove la legge individua semmai un’opportunità a disposizione dei proprietari? Non vorrà mica sostituirsi ai privati, vista l’oggettiva difficoltà degli stessi di costituirsi in consorzi? Qual’è il vantaggio del Comune nel gestire direttamente i fondi, i rapporti con i progettisti e con le ditte appaltatrici? Come potranno gli uffici istituzionali, già ampiamente oberati di lavoro, trovare il tempo necessario da destinare a tali incombenze?

Fateci sapere.

 

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